Sono stato molto grato a Marone e De Giovanni per i loro commenti sullo Zoo di Napoli.
In particolare l’apprezzamento “del fare” in una città come Napoli, dove tutto sembra che debba rimanere immobile.

La pubblica opinione ha avuto modo di apprezzare settimana per settimana i lavori, la professionalità e gentilezza delle maestranze, la qualità, e la cura anche ai minimi dettagli, e ci è stata di conforto e di sostegno e di incoraggiamento, soprattutto nei momenti più difficili in cui abbiamo lottato contro la Burocrazia, il vero male oscuro che opera contro chi vuole fare.

Acquisire lo Zoo di Napoli mi consente di dimostrare oggi che a Napoli esistono realtà di bellezza incredibile, luoghi emozionali che possono ritornare al loro splendore, solo se si guardano con l’amore giusto e se si riportano alla loro bellezza, con quella passione e convinzione che sono indispensabili al successo finale.

Eppure, pur avendo fatto tanto e bene, si avverte un atroce senso di solitudine. Si ha la sensazione che “l’avere fatto” è un peccato grave, il più grave che si possa commettere nella nostra città.

Si infatti, perchè Essa non gradisce il cambiamento positivo… Niente di più drammatico per la nostra borghesia immobile nel suo stato, che qualcuno riabiliti uno zoo maleodorante e degradato, e peggio che la nuova struttura funzioni, e che riceva così tanti apprezzamenti.

Ecco perchè ringrazio Marone e De Giovanni. Li ringrazio per le loro parole libere, per avere visto nella ristrutturazione dello zoo un piccolo segnale di riscatto della città, di un grido forte che a Napoli si può fare, e spesso meglio che altrove.

Ma perchè si riesca è necessario che ci siano sempre più persone che abbiano voglia di rischiare per questa città, e che esse sentano e vivano Napoli, come un’opportunità.